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[BLEACH] Calm Before the Storm., {Ikkaku centric} Rating verde - AU - Flashfic

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Nacchan.
CAT_IMG Posted on 7/2/2011, 21:38




Nome Autore: Nacchan.
Titolo: Calm before the storm
Genere:
Rating: Verde
Avvertimenti:
Note Autore (facoltative):

Calm Before The Storm


Era una bel pomeriggio quello, tranquillo e soleggiato. Le grandi vetrate del piano terra del Seiretei illuminavano l’anticamera del pronto soccorso.
Una donna sulla trentina sorrideva al suo bambino dai riccioli castani intimandogli di fare l’ometto, ma nei suoi occhi si leggeva una leggera preoccupazione. Il piccolo aveva la maglietta sporca di sangue rappreso all’altezza dell’avambraccio, proprio dove poche ore prima un oggetto appuntito e rugginoso aveva rovinato la pelle vergine, ma tratteneva coraggiosamente le lacrime.
Quello era uno dei pochi incidenti che si erano presentati durante tutto il giorno. Aspettavano più o meno serenamente che il dottore in servizio quel giorno si liberasse da chissà quale imprevisto.

C’era una tranquillità a dir poco nauseante.
Aveva preso medicina d’urgenza per salvare vite che nessuno sperava di salvare, per vivere l’emozione del impossibile reso possibile solo grazie alle sue mani, per sentire un cuore ricominciare a battere grazie ad un suo intervento. Invece, Ikkaku Madarame si ritrovava a essere annoiato, seduto dietro ad una scrivania a compilare vecchie scartoffie.
Sembrava tutto sistemato in un maledetto ordine maniacale, perfino il viso sfigurato dal dolore infantile del bambino seduto su una delle sedie azzurre sembrava messo in quell’angolo per qualche motivo.

Era nato guerriero lui. Un posto tranquillo come quello proprio non faceva per lui.
Quanto avrebbe voluto essere in giro con l’autoambulanza. Era uscita con Yumichika a bordo dopo una chiamata non molto preoccupante ma almeno il suono assordante lo avrebbe di sicuro risvegliato da quel torpore che lo stava assalendo.
Il dottor Kenpachi apparve dietro le porte trasparenti dell’ambulatorio e s’incamminò verso l’unica coppia di pazienti nella sala. I due si accorsero di lui solo quando fu a pochi passi e quando il piccolo lo guardò dal basso della sua statura abbandonò ogni proposito e scoppiò in lacrime tra le braccia della madre.
Si sarebbe fatto una bella risata se non fossero anni che assisteva alla stessa scena.
Non poteva farci nulla il suo capo, il Capitano lo chiavano, se tutti avevano paura di lui. Il suo aspetto imponente e minaccioso contornato dalla lunga cicatrice che gli rigava il volto come ricordo della guerra non aiutava nel suo approcciarsi alle persone. Solo loro del pronto soccorso avevano tramutato questa paura in un profondo rispetto. Infondo era uno dei migliori nel suo campo.

Guardò un po’ la ferita del bambino e sorrise forzatamente alla donna chiedendole di seguirlo. Odiava cercare di rassicurare le persone.
Diede una leggera occhiata alla vetrata che dava alla strada e poi guardò ghignando il suo sottoposto che si alzò scattante dalla sua posizione. Quello sguardo voleva dire solo una cosa: stava arrivando qualcosa di grosso.

Finalmente! pensò in preda all’emozione. Dopo neanche qualche secondo riuscì a sentire anche lui il rumore assordante dell’ambulanza. Si avvicinava velocemente e aveva quasi paura di perdersi l’arrivo mentre si infilava i guanti e il camice giallognolo.
Trepidante spalancò le porte che davano sul sentiero dedicato all’ambulanza quando questa si parcheggio con gesto secco davanti a lui.
Le ante bianche si aprirono di scatto mostrando uno splendido Yumichika impegnato in un massaggio cardiopolmonare su di un corpo irriconoscibile dalle ferite.

« Uomo bianco non identificato sui trentacinque anni. Vittima di un incidente stradale sulla Tsukamoto. È in arresto da due minuti e quaranta secondi. »

Era malsano, assolutamente malsano quel sentimento di goduria che entrambi avevano negli occhi.
Il corpo sulla barella era in fin di vita, il sangue macchiava le mani, il camice, le lenzuola. Correvano per i corridoi dell’ospedale trascinandolo e cercando di nascondere l’impeto con cui quel sorriso soddisfatto voleva uscire.

« Traumatologia è libera. Veloci… »

Si guardarono negli occhi entusiasti. Quel pomeriggio si stava rivelando meno noioso di quanto Ikkaku avrebbe mai potuto immaginare.

Fine.
 
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