Nome Autore: Nacchan.
Titolo: Casa di stelle.
Genere: Introspettivo.
Rating:Verde
Avvertimenti: Flashfic, AU.
Note Autore (facoltative): Collegata alla fic "Calm before the storm"
“But I’m too busy gazing at stars, I feel amazing”
Casa di Stelle
La notte è deliziosa, pronta ad essere vissuta lentamente, così com’è giusto che sia. La raccolgo pezzo dopo pezzo, stella dopo stella, e la rinchiudo nello spogliatoio vuoto.
Mi hanno detto di andare via, di tornare a casa, perché il mio turno per oggi è finito. Loro però non capiscono, vero Ikkaku? Loro non sanno nulla.
La nostra casa è questa, il nostro ruolo può essere compiuto solo qui. Di fianco al
Capitano, con le mani sporche di sangue, per sentirci vivi. Ma indissolubilmente insieme.
Non credi anche tu che ci sia qualcosa di tremendamente affascinante nel vivere così?
Ti guardo mentre ti cambi e riponi disordinatamente il camice nell’armadietto grigio.
Le tue spalle muscolose sono esposte alla luce biancastra dei neon, basterebbe un passo per avvicinarmi all’interruttore per spegnere quelle luci indegne, per poterti osservare semplicemente alla luce delle stelle.
Oggi è stata una giornata inaspettatamente divertente. Non mi entusiasmavo così da parecchio tempo.
Quel ragazzo ormai, chiuso in una stanza di Terapia intensiva, ha rincontrato la sua famiglia, ha sorriso a sua madre attraverso la maschera respiratoria, vivrà ancora grazie a noi. Grazie alle tue mani ruvide, al tuo bisturi veloce. Al tuo sorriso compiaciuto nascosto sotto la mascherina candida che andava sempre più sporcandosi di rosso. Agli sguardi che mi rivolgevi da lontano.
Quel ragazzo vive grazie al mio incoraggiamento. Tu lottavi e io, senza interferire, ero lì a supportarti.
« Che hai da guardare? »
« Pensavo a oggi. Siamo stati bravi… »
« Ovvio che siamo stati bravi. »
« Mi piace un sacco quando salvi le persone, credo ti meriterai una ricompensa. »
Questa stanza, quella finestra piccola che non riesce mai a catturare la luna ma che in compenso si riempie di stelle, quelle panchine scomode per fare l’amore, questa è casa nostra. Solo in questo edificio talmente bianco da fare male agli occhi siamo veramente noi stessi.
Dimmi Ikkaku, non pensi che si assolutamente bellissimo vivere così?
« Bellissimo… »
La tua voce si infrange contro la mia pelle come un ringhio spezzato, si allunga fino a toccare le stelle.
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Fine.
