Nome Autore: Nacchan.
Titolo: Il paziente della dodici.
Genere: Rating: Verde.
Avvertimenti: AU - Shonen-ai.
Note Autore (facoltative): Prompt Bugie.
Il paziente della dodici.
« Dove sei stato? »
« A controllare il paziente della dodici. »
Renji Abarai aveva ripetuto così tante volte nella sua testa quella bugia che quando venne il momento di pronunciarla, perché sapeva che il suo superiore avrebbe fatto quella domanda, sembrò quasi che parlasse sul serio. Aveva studiato ogni inclinazione che la sua voce avrebbe potuto avere, qualsiasi particolare che avrebbe potuto tradirlo.
Il primario di cardiochirurgia lo aveva guardato per mezzo secondo e aveva annuito per poi continuare a guardare davanti a sé. La sua troupe di chirurgi era riunita attorno a lui mentre camminava. La coda lunga e nera chiusa nel solito elastico bianco ondeggiava a ogni movimento ma Renji non era sicuro che tutti si accorgessero dello strano movimento rotatorio che faceva ogni tanto.
Ichigo Kurosaki alle sue spalle e Rukia Kuchiki alla sua destra si guardavano furtivi tra di loro.
Da quando quella testa arancione era arrivata all’ospedale sembrava aver legato parecchio con la sua amica e se non fosse stato troppo concentrato a migliorarsi nell’aprire sterni e aggiustare i cuori delle persone sarebbe stato geloso di quella confidenza.
Bisbigliarono qualcosa e lui scorse nettamente il suo nome e la parola
idiota pronunciati dalle labbra del nuovo arrivato.
« Che cazzo avete da sparlare voi? »
I due non si scomposero più di tanto e la ragazza non fece in tempo a mostrare il suo sorriso smagliante che il dottore davanti a loro si fermò davanti la porta dell’anticamera della sala operatoria numero sei.
« Renji non c’è bisogno che ti sterilizzi. Oggi mi assiste Kurosaki. »
« Cos- Perché? »
« Il paziente della dodici è deceduto stamattina. »
Rukia e il suo nuovo
migliore amico scoppiarono a ridere –Ichigo in realtà sogghignava leggermente soddisfatto- entrambi consapevoli della notizia che Byakuya gli aveva appena annunciato.
Si maledisse lentamente mentre usciva sbattendo le porte di plastica che riportavano sul corridoio del piano.
Eppure le aveva pensate tutte nel periodo in cui si era allontanato mentre era al telefono con quel maledetto agente immobiliare per farsi aggiornare su quella casa che avevano visto insieme.
Fine.
